Antiriciclaggio e trasparenza: l’importanza di un Modello 231 efficace

Il reato di riciclaggio nell’ordinamento italiano viene trattato dall’art. 648 bis del Codice Penale specificando che compie tale reato sia chi sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità derivanti da delitto non colposo, sia chi impedisce l’identificazione della loro provenienza delittuosa. Quindi l’origine illecita è la condicio sine qua non affinché si possa concretizzare tale reato.

NORMATIVA ANTIRICICLAGGIO DI RIFERIMENTO

Il D.Lgs. 231/2007, da ultimo modificato dal D.Lgs. 125/2019 e che recepisce a sua volta la direttiva europea 2005/60/CE, ha introdotto nel nostro ordinamento le disposizioni comunitarie per il contrasto ai fenomeni di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.

Lo scopo fondamentale del decreto è:

  • di prevenire e contrastare l’uso del sistema economico e finanziario ai fini di riciclaggio e finanziamento del terrorismo;
  • di tutelare l’integrità del sistema economico e finanziario;
  • di garantire la correttezza degli operatori tenuti ad osservare precisi obblighi proporzionati al rischio che venga commesso il reato di riciclaggio.

SOGGETTI OBBLIGATI AL RISPETTO DELLE NORME ANTIRICICLAGGIO

I soggetti obbligati sono:

  • Intermediari bancari e finanziari;
  • Altri operatori finanziari tra cui società fiduciarie, mediatori creditizi, agenti in attività finanziaria, ecc.;
  • Professionisti (notai, avvocati, dottori commercialisti, società di revisione, ecc.);
  • Altri operatori non finanziari quali soggetti che esercitano attività di commercio di cose antiche, soggetti che conservano o commerciano opere d’arte, ecc.

VALUTAZIONE DEL RISCHIO

L’art. 15 c.1 del D.Lgs. 231/2007 stabilisce che: “Le autorità di vigilanza di settore e gli organismi di autoregolamentazione dettano criteri e metodologie, commisurati alla natura dell’attività svolta e alle dimensioni dei soggetti obbligati, per l’analisi e la valutazione dei rischi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo, cui sono esposti nell’esercizio della loro attività.”

Al fine della valutazione del rischio, le linee guida del CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili) sono di valutare:

  • il rischio derivante dalla possibilità che l’evento illecito possa concretizzarsi, chiamato anche rischio inerente;
  • l’uniformità della struttura organizzativa;

Per calcolare invece il rischio residuo è d’obbligo stabilire:

  • il rischio inerente (individuabile tenendo conto del tipo di clientela, l’area geografica, servizi offerti e i canali di distribuzione);
  • la vulnerabilità (calcolabile in base alla valutazione del grado di formazione e KYC).

ADEMPIMENTI ANTIRICICLAGGIO

In merito alla prevenzione e contrasto del riciclaggio, il D.Lgs. 231/2007 impone due tipi di collaborazione:

  1. collaborazione passiva, che mira ad un’approfondita conoscenza della clientela e alla conservazione della documentazione inerente le transazioni effettuate;
  2. collaborazione attiva, destinata ad individuare e segnalare ogni operazione sospetta di illecito.

L’azione preventiva più importante per contrastare il reato di riciclaggio è l’adeguata verifica della clientela, consistente nell’identificazione del cliente e nella verifica dei dati acquisiti. Quest’ultimi due aspetti, quando il cliente è una persona giuridica, sono previsti anche nei confronti del titolare effettivo ossia il beneficiario sostanziale.

Al termine delle operazioni di adeguata verifica, il soggetto obbligato deve aver acquisito consapevolezza sull’identità del cliente, dell’esecutore e del titolare effettivo nonché sullo scopo e sulla natura dell’operazione e sull’origine di fondi, tale da consentirgli di assumere la decisione di accettare l’incarico o compiere l’operazione oppure astenersi dall’incarico o dal compiere l’operazione.

COSA POSSIAMO FARE PER TE?

Al fine di garantire livelli di sicurezza adeguati ed evitare sanzioni, la consulenza di C2Compliance accompagna la tua azienda nell’adozione di un modello organizzativo come imposto dal Decreto Legislativo 231/07:

  • Analisi dei punti critici
  • Interviste ai soggetti apicali dell’azienda
  • Redazione di procedure interne ed esterne
  • Redazione di policy e di documentazione per l’implementazione del modello
  • Redazione del Codice Etico

Dopo un’accurata analisi interna dell’azienda, si procederà con l’implementazione di un vero e proprio modello organizzativo con lo scopo di garantire la prevenzione della commissione di reati.

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